One-Shot. L’ABC del Personal Branding
Una giornata dedicata ad analizzare il proprio posizionamento e la propria immagine professionale, finalizzata a mettere concretamente le basi per un cambiamento immediato, efficacee vincente, online e offline.
23 febbraio 2017 • ore 9.00 – 18 • Open, viale Montenero 6, Milano
La giornata di formazione nasce con l’obiettivo
di fornire alcuni strumenti utili per ridisegnare
il proprio profilo professionale e renderlo attraente
e competitivo per lo scenario attuale.
Per informazioni e per confermare la propria partecipazione:
info@teresacardona.it
Personal Restyling/I casi: Lucilla Mazzucchelli
Una comunicazione di qualità per promuoversi al meglio
La comunicazione è sempre più un ambito dove occorre muoversi con competenza, utilizzando al meglio gli strumenti, in particolare quelli messi a disposizione in ambito digitale.
Un approccio comunicativo appropriato e soprattutto efficace, riguarda le aziende ma anche le singole persone, chiamate a confrontarsi con un mercato del lavoro in costante evoluzione e cambiamento, dove la presentazione di sé diventa elemento cruciale per riuscire a emergere.
Il progetto messo a punto da Strategic Tools nasce con l’intento di fornire alcuni strumenti utili per ridisegnare il proprio profilo aziendale e professionale, con l’obiettivo di renderlo attraente e competitivo per lo scenario attuale.
#scriviCardona. Il video di sintesi della campagna elettorale
#scriviCardona
L’altra sera, a una festa a sorpresa per i sessant’anni di una cara amica, una persona che non vedevo da un po’ mi ha chiesto – con un’aria tra il perplesso e una sorta di compatimento (della serie “questa è pazza”) – “ma chi te lo fa fare alla nostra età?”. Mi è sembrata una domanda pertinente. Già. Perché proprio alla “nostra età” (quasi sessantenni) ho pensato che potessi avere la saggezza (forse), l’esperienza (parecchia, in particolare quella professionale), un solido pacchetto di competenze, un network variegato e interessante, da mettere a disposizione della mia città. Ben che vada (se sarò eletta) l’impegno durerà al massimo 5 anni. In una fase della vita in cui alcuni vincoli oggettivi/affettivi non ci sono più (come ad esempio la cura dei genitori anziani), la mia unica figlia è da poco uscita di casa in piena autonomia e la libera professione mi consente di gestire in modo abbastanza flessibile il lavoro.
Quindi per me un momento buono per dedicarmi alla cura della città in modo operativo.
Questi due mesi di campagna elettorale mi hanno rafforzato nel pensare che possa essere una buona scelta.
Ho lavorato seriamente alla promozione, alla condivisione, al confronto dei tre temi su cui mi sento di poter lavorare con cognizione di causa: il matching professionale tra Over e Under, una rigenerazione urbana diffusa in sintonia con il territorio e i suoi abitanti, il miglioramento della comunicazione e dell’informazione dell’amministrazione pubblica ai cittadini.
Per ciascuno di questi temi ho organizzato degli eventi pubblici che hanno coinvolto persone interessantissime, spesso fuori dai “soliti circuiti”, che hanno dato vita a momenti di confronto e di discussione di alto livello. Per me davvero un ottimo risultato.
Ho inoltre girato un po’ per la città a conoscerla meglio, grazie al preziosissimo supporto di persone come Roberto Re (“ci vorrebbe un Roberto Re per ogni quartiere!” cit).
Sono stata invitata a parecchi incontri “privati”, incontrando persone di ogni tipo. Ho ascoltato, ho scoperto tante cose nuove, ho misurato sul campo la qualità delle mie proposte per Milano e la mia visione. Mi è parso che abbiano incontrato il consenso dei miei interlocutori.
In conclusione. Un bilancio più che positivo di questi due mesi di intenso lavoro.
Comunque andrà a finire (io, ovviamente, spero bene 😊) ho la certezza di aver speso bene il mio tempo. Di aver posto delle piccole ma solide basi per un lavoro futuro. Che continuerò a fare in ogni modo, da consigliera se sarò eletta, oppure come ho sempre fatto in questi anni da cittadina di Milano e da orgogliosa iscritta al Partito Democratico.
Grazie a tutti quelli che mi hanno dato una mano in mille modi. Aver avuto l’appoggio e il sostegno di persone di altissima qualità ha reso possibile realizzare una gran bella campagna.
Vorrei citarli tutti ma ho il timore che la mia memoria di cinquantanovenne mi faccia brutti scherzi… Loro sanno che sto parlando di loro.
Buon voto a tutti!
#votoSala #votoPD #scriviCardona
#SostieneTeresa. Il “Curatore civico”. Di Enrico Sola
ll Comune è una fonte infinita di informazioni. Ogni giorno l’amministrazione comunale ha a che fare con migliaia di “dati” di ogni genere, molti dei quali rilevanti per i cittadini, perché riguardano la loro quotidianità, le loro attività personali e commerciali, ecc.
Una mole così grande e diversificata di informazioni e dati è difficile da consultare per il cittadino senza avere una conoscenza perfetta dell’organizzazione della macchina comunale e di come “pensa”, come struttura i suoi contenuti e dove “fisicamente” li rende accessibili.
Ecco perché mi piace l’idea di copiare dal settore privato una figura che negli ultimi anni si è ritagliata un ruolo sempre più importante nella comunicazione: il curatore.
Un curatore – una figura che nasce nel campo della cultura – è un “dj delle informazioni” che seleziona, filtra e propone i contenuti a seconda dei contesti e delle necessità emergenti. È colui che riduce la complessità informativa (in un’epoca in cui la troppa informazione equivale a zero informazione), raccoglie le informazioni pertinenti e affini e le aggrega e mette in evidenza le informazioni più rilevanti per un determinato momento o evento, favorendone la fruizione consapevole.
Milano ha bisogno di una nuova figura, nella sua amministrazione: un “Curatore civico”, con uno staff che sappia raccogliere tutte le informazioni rilevanti, sparse per i tanti rami del sistema informativo della città e sappia aggregarle, filtrarle e proporle nei contesti giusti e con i mezzi più appropriati ai cittadini a cui interessano.
La trasparenza amministrativa è anche questo: non solo mettere a disposizione tutte le informazioni sulla città, ma garantire ai cittadini un accesso facile, immediato e puntuale ai dati che contano. Una burocrazia disponibile e al contempo complessa e incapace di qualificare le proprie informazioni è nemica del cittadino tanto quanto una palesemente ostile.
Si sa, non c’è modo migliore per nascondere un’informazione che affogarla in un mare di altri dati irrilevanti.
Dare ai milanesi un accesso intelligente, ragionato e, appunto, “curato” alle informazioni sulla città è offrire ai cittadini una libertà in più, valorizzare il loro tempo e fare i loro interessi.
Un’amministrazione amica non dice ai suoi cittadini “qui c’è l’archivio dati, arrangiatevi”, ma ogni giorno – grazie al Curatore civico – anticipa le loro necessità in base alla contingenza e seleziona le informazioni più importanti, in grado di migliorare la loro vita quotidiana.
#SostieneTeresa. Le piattaforme online di collaborazione come opportunità di comunicazione. Di Andrea Boscaro
La comunicazione istituzionale del Comune di Milano è un ampio terreno di partecipazione da parte dei cittadini grazie alle forme di collaborazione che la Rete offre: questa attività – e più in generale il ruolo informativo che l’ente locale può rivestire – richiede però un coordinamento fra gli assessorati e i tanti centri di competenza. Nella presentazione qui di seguito alcuni ricordi di ciò che è stato fatto e qualche esempio di iniziative di comunicazione partecipativa internazionale e locale.
Link http://www.slideshare.net/aki1975/la-comunicazione-del-comune-di-milano
#SostieneTeresa. Comunicare è prima di tutto ascoltare. Di Roberto Fuso Nerini
Comunicare è prima di tutto ascoltare: mettersi nei panni dei cittadini e degli utenti, capire e conoscere le loro domande e le loro richieste, perché no, anche su google e in rete.
Mi rendo conto che arrivando ultimo (o quasi) rischio di essere ripetitivo rispetto a quanto già detto da altri prima di me, ma il tema dell’ascolto, come già ribadivo nel primissimo incontro preparatorio, è per me centrale.
Viene prima di qualsiasi altra cosa e ha a che vedere con la capacità di mettersi non solo dalla parte dei cittadini e degli utenti, ma soprattutto nei loro panni per capirne, domande, richieste, linguaggio, modalità di prosi in relazione con le istituzioni.
Non è abdicare al proprio autonomo ruolo in nome di un populismo tanto di moda, ma l’unico modo perché contenuti e modalità di comunicazione e relazione siano realmente rilevanti e pertinenti.
Cito ad esempio (e lo cito spesso nei miei corsi di formazione sulla comunicazione digitale) il sito del governo inglese (gov.uk – e già nel nome del dominio c’è un’attitudine verso il cittadino):
• al primo posto una barra di ricerca in primissimo pieno: un servizio e un’attenzione verso l’utente, ma anche un potente strumento per conoscere direttamente – statistiche alla mano – cosa l’utente cerca e su cosa orienta i suoi interessi.
• la strutturazione del menù non strutturata per dipartimenti o ministeri, ma per grandi temi e all’interno di questi per quelli che – statistiche e ricerche alla mano – sono gli argomenti di maggior interesse per i cittadini.
Un modo per essere “in comunicazione” a partire dall’ascolto.
Cosa questo implica come suggerimenti:
• un modo diverso di vedere il sito / i siti della pubblica amministrazione: servizio prima che vetrina;
• l’utilizzo di Internet e dei motori di ricerca (Google, ma anche i motori di ricerca interni ai siti) come punti di ascolto e di attenzione.
#SostieneTeresa. In contatto con Milano, sempre. Tre idee per fare in modo che succeda ogni giorno, ogni ora, per cinque anni. Di Massimiliano Sossella
La campagna elettorale porta-a-porta è una bella cosa. I candidati camminano per le strade della loro città, ascoltano, si confrontano, si beccano applausi e/o insulti, e insomma ci mettono la faccia. Confrontarsi con una persona in carne e ossa, e non con la kasta, un moloch astratto responsabile di ogni male, consente di riportare tutto a una dimensione di verità, di confronto autentico. Aiuta a crescere sia la persona-politico che la persona-cittadino che si incontrano. Poi la campagna elettorale finisce, le elezioni vanno come vanno e gli eletti tornano a chiudersi nelle loro stanze. A lavorare, per carità, perché è quello che devono fare. Ma allora diventano come tutti noi, gente che lavora e che passa le giornate correndo su binari sempre uguali. Edifici, tragitti, stanze, facce sempre uguali, giorno dopo giorno. Tutto il resto rimane al di fuori, si sfuoca, finisce per essere dimenticato. Gli elettori diventano numeri, non più persone. L’unica realtà resta quella che gli eletti vedono tutti i giorni. E mese dopo mesi perdono il contatto con la realtà fuori da quelle stanze. E se questo, come politici, è un problema loro, che pagheranno alle prossime elezioni, diventa un problema di tutti quando sono gli amministratori della nostra città. E’ un problema di tutti e lo pagheremo tutti, oggi e domani.
Teresa ha fatto una promessa, nella sua campagna elettorale, scegliendo lo slogan: IN CONTATTO CON MILANO, SEMPRE. Io le credo. Ma in concreto, come si fa? Mettendo il tema nelle priorità dell’amministrazione. Il che vuol dire: assegnargli tempo e risorse. E poi stabilire delle procedure. Una procedura è una routine di controlli che assicura che tutto funzioni, senza doverci mettere una pezza quando ormai è troppo tardi, quando è scoppiato il bubbone. Pensate alla manutenzione degli aerei: i check periodici assicurano che non si verifichi un malfunzionamento quando l’aereo è in volo, perché allora è troppo tardi. Perciò il tema dell’ascolto e del dialogo non può essere legato a iniziative estemporanee o a mettere una pezza quando la gente è incollerita. Ci dev’essere un programma, una routine. Ecco alcune idee:
1. IL CONSIGLIO COMUNALE ITINERANTE – Okay Palazzo Marino, ma almeno una volta l’anno il Consiglio si riunisce in ognuna delle 9 Municipalità, a porte aperte. Fatevi vedere dal vivo, metteteci la faccia.
2. L’AMBULANTE COMUNALE – Un incaricato del Comune (magari parte di un consiglio di volontari, anziani del quartiere) gira costantemente per la Municipalità parlando con i cittadini nei luoghi di aggregazione, raccogliendo proteste e proposte, e ne dà conto in un registro online. Non un ombudsman, un difensore civico, ma un ascoltatore civico. Ognuno dei “ticket” aperti può essere seguito nel suo iter verso la presa in carico da parte del Comune: se viene risolto viene flaggato di verde, se no resta rosso e si spiega perché.
3. IL TRAM CHIAMATO DESIDERIO – Un tram brandizzato dal Comune di Milano gira per tutta la città, 7 giorni su 7, 12 mesi su 12. A ogni fermata chiunque può salire e sedersi davanti a una telecamera per dire al Sindaco quali sono i suoi desideri, cosa vorrebbe che succedesse a Milano, proprio come se l’avesse davanti a sé. E il bello che ogni tanto, a sorpresa, il Sindaco c’è davvero, per cui il cittadino le cose può proprio dirgliele in faccia. Possiamo immaginare che video strepitosi ne verrebbero fuori. Dal punto di vista pratico questa idea è forse meno efficace delle precedenti, ma dal punto di vista simbolico, beh, per me potrebbe fare la differenza.