Se un ignaro cittadino (diciamo uno di quelli che legge tutti i giorni fiumi di parole sui litigi nel Partito Democratico) si fosse casualmente affacciato a Open Milano ieri sera tra le 19 e le 20, sarebbe rimasto piacevolmente stupito. Circa una sessantina di cittadini (il sabato sera della finale di Champions), riuniti ad ascoltare storie positive di Milano, testimonianze di stima reciproca, di condivisione di obiettivi, di differenze che diventano stimoli, portate da amici e da compagni del PD. L’occasione era la chiusura della mia personale campagna elettorale, che abbiamo voluto chiamare non a caso “Una festa, prima di tutto!”.
Non avrei potuto desiderare di meglio. Per il calore, per la leggerezza che accompagnava una bella consistenza. Il PD a Milano è questo. Siamo probabilmente un’isola felice e ne andiamo orgogliosi. In questo mese e mezzo di campagna elettorale ho avuto il piacere di organizzare qualche evento tematico, invitando persone diverse, nell’idea che il modo migliore per accorciare distanze che forse tali non sono, sia confrontarsi sulle cose concrete e che un grande partito com’è il nostro debba e possa essere punto d’incontro e di riferimento per tutti coloro che credono in un progetto di cambiamento serio ed efficace. Non ho ricevuto nessun rifiuto. Hanno accettato tutti di partecipare, portando idee e contributi. Tanti amici del PD si sono offerti di darmi una mano, di fare cose insieme. Ieri sera erano con me a testimoniare la ricchezza, la diversità e la solidità che rappresentiamo.
Sono ottimista per quanto riguarda il risultato delle prossime amministrative. Lo sono (anche) perché a fianco di Beppe Sala ci siamo noi del PD.