“Mi è stato detto che parlare in pubblico è una delle più grandi paure della gente. Io ho parlato molto in pubblico, nei templi e alle conferenze, a matrimoni e funerali, in dibattiti radiofonici e persino dal vivo in televisione. Fa parte del mio lavoro.
Ricordo un’occasione in cui fui sopraffatto dalla paura cinque minuti prima di una conferenza. Non avevo preparato nulla; non avevo idea di quello che avrei detto. Circa trecento persone erano sedute nella sala in attesa di essere ispirate. Avevano rinunciato alla loro serata per venire a sentire me. Cominciai a pensare tra me. «E se non mi viene in mente nulla da dire? E se dico la cosa sbagliata? E se mi rendo ridicolo?».
Ogni paura ha inizio con il pensiero «e se?» e continua con qualche esito disastroso. Stavo prevedendo il futuro e per giunta negativo. Stavo facendo una cosa stupida e lo sapevo; conoscevo la teoria, ma non funzionava. La paura continuava ad attanagliarmi. Ero nei guai.
Quella sera inventai un trucco, quello che in gergo monastico chiamiamo “un abile stratagemma” che mi servì per superare la paura in quel momento, e che da allora ha sempre funzionato.
Decisi che non aveva importanza se il pubblico apprezzava o meno il mio discorso, fintanto che l’avessi apprezzato io. Decisi di divertirmi.
Ora, ogni volta che devo tenere un discorso, io mi diverto. Traggo piacere da me stesso. Racconto storie buffe, spesso a mie spese, e rido insieme al pubblico.
…Un giorno mi sono reso conto che se si decide di divertirsi quando si deve parlare in pubblico, allora ci si rilassa. È psicologicamente impossibile aver paura e al tempo stesso divertirsi.
Quando sono rilassato, le idee fluiscono liberamente nella mia mente mentre parlo, poi escono dalla mia bocca con la scorrevolezza dell’eloquenza. Inoltre, il pubblico non si annoia quando il discorso è divertente.
Un monaco tibetano una volta spiegò l’importanza del fatto di far ridere il pubblico durante un discorso.
«Una volta che aprono la bocca» disse «allora ci puoi gettare la pillola della saggezza!».
Non preparo mai i miei discorsi. Preparo invece il mio cuore e la mia mente. In Thailandia, i monaci sono addestrati a non preparare mai un discorso, ma a essere preparati a parlare senza preavviso in qualsiasi momento.”
Ajahn Brahm “Apri il tuo cuore alla felicità. Storie edificanti sulla felicità secondo la visione del Buddha”, Gruppo editoriale Armenia, 2008
Ajahn Brahm (nella foto di apertura, credits Buddhistdoor Global), nato e cresciuto in occidente, ha abbracciato il buddhismo theravada seguendo gli insegnamenti del Maestro thailandese Ajahn Chah. Nel 1983 ha fondato un monastero in Australia, Paese in cui attualmente vive.